
Questa è una pratica immaginativa, il cui scopo è prendersi cura delle nostre quattro facoltà: l’intuizione, il pensiero, l’emozione e la sensazione, rappresentate simbolicamente da quattro oggetti o strumenti: la lancia, la spada, il calice e il pentagramma.
La sensazione può essere rappresentata anche da una pietra, una scacchiera o un oggetto artigianale in legno o metallo. Il pentagramma qui non ha direttamente a che vedere con la magia cerimoniale, è piuttosto una rappresentazione della dimensione terrena e manifesta.
Il termine arcano, traduzione dell’inglese hallow, si riferisce a ciò che è misterioso e consacrato.
Naturalmente esiste anche una corrispondenza tra le quattro facoltà e i quattro elementi, ma non è indicato per questo genere di pratica l’usare immagini legate direttamente alle forze della natura. Lo scopo qui è quello di visualizzare le quattro facoltà come strumenti consacrati che appartengono alla sfera umana e dei quali l’umano può far uso. Per questo appaiono in forma di strumenti.
Lo scopo di questa pratica è triplice: prima di tutto verificare le condizioni in cui si trovano queste facoltà; in secondo luogo apprendere a prendersene cura in forma di operazioni simboliche e in terzo luogo celebrare la loro natura consacrata, che è al servizio di un bene più grande.
Ecco come procedere.
Prenditi mezz’ora di tempo. Il viaggio durerà forse un quarto d’ora o venti minuti, ma è bene avere a disposizione un po’ di tempo per riflettere e prendere qualche nota.
Sdraiati e chiudi gli occhi. Se vuoi intensificare l’effetto di deprivazione sensoriale che favorisce le visioni interiori, metti una benda sugli occhi e dei tappi nelle orecchie.
Copriti in modo da non provare freddo nel corso del viaggio. Potrebbe succedere quando il rilassamento provocherà una dilatazione del campo aurico.
Ogni viaggio visionario dovrebbe iniziare e terminare sempre nello stesso modo. Questo serve a creare una sorta di ritualità per cui le immagini iniziali e finali aprono e chiudono lo spazio immaginativo e simbolizzano il passaggio da una dimensione all’altra: dal quotidiano alla dimensione astrale e viceversa.
Puoi decidere una semplice immagine di partenza che indichi il passaggio dimensionale: l’oltrepassare un cancello o un ponte, l’attraversare un tunnel, l’aprire una porta, lo scivolare nella tana del coniglio… Puoi scegliere un’immagine prima di iniziare o lasciare all’inconscio la scelta di quale immagine sia la più appropriata.
Prima di iniziare il viaggio, la destinazione deve essere chiara. Questo non è un viaggio di esplorazione bensì un viaggio per incontrare i simboli delle nostre facoltà.
È quindi una buona idea ripetersi mentalmente una frase come: Voglio visitare i miei arcani. Come sempre, sceglierai la formulazione che preferisci, ma il senso deve essere questo: durante il viaggio ti troverai davanti a quattro simboli e li osserverai e chiederai cosa fare per migliorare le loro condizioni, se sono danneggiati, e cosa fare per comprenderli o usarli meglio.
I dettagli del viaggio non sono codificati, l’unico elemento imprescindibile è questo: incontrare i quattro simboli.
Chiudi gli occhi, visualizza l’immagine di partenza e inizia il viaggio.
Al di là della porta, del tunnel o del ponte, si trova qualcosa: un paesaggio, una casa, un giardino, una stanza… non lo sai prima di vederlo.
Dal momento in cui tu hai varcato la soglia, non puoi più far succedere le cose con la tua mente diurna, sei passata ad un’altra modalità. Sei soprattutto un’osservatrice e, se è appropriato, compirai anche delle azioni, che non devono mai essere arbitrarie. Qui tutto è significativo e nulla è casuale.
Nel luogo in cui ti trovi dovrebbero trovarsi i tuoi arcani.
Guardati intorno, forse c’è un tavolo o un altare sul quale si trovano quattro oggetti. Forse devi cercarli. Se non li trovi, chiedi esplicitamente che appaiano o chiedi di essere guidata nel luogo in cui si trovano.
Ora sono davanti a te. Osservali e prendili in mano. Guarda se sono intatti o danneggiati, puliti o corrosi dal tempo. Sono pesanti o leggeri? Di che colore sono? Di che materiale? Com’è l’atmosfera del luogo?
Osserva i dettagli. Sono oggetti preziosi e ti appartengono. Non vanno confusi con i loro corrispondenti mitologici e transpersonali: la spada non è proprio Excalibur, è la tua versione di Excalibur; lo stesso vale per il calice, che è il tuo Graal. Guarda se contiene del liquido.
Controlla se la lancia è acuminata, rigira nelle tue mani il pentagramma, la pietra o l’oggetto che corrisponde alla sensazione. Se si tratta di un oggetto artigianale, quali sono le sue caratteristiche? Puoi immaginare come è stato prodotto?
Cosa provi maneggiando i tuoi quattro arcani? Ti piacciono tutti allo stesso modo o ce n’è uno che preferiresti avesse un altro aspetto? Puoi chiedere che si trasformi. Se ciò non succede, vorrà dire che il modo in cui appare ora è consono alla sua vera natura, con la quale dovrai fare amicizia.
Ora che hai fatto la loro conoscenza, chiedi cosa puoi fare per la loro manutenzione.
Se alcuni necessitano di riparazioni, chiedi come fare. Forse apparirà una figura che eseguirà la riparazione per te o forse sarà l’oggetto stesso a farti capire come ripararlo.
Compi le operazioni che ti sembrano appropriate. Se provi l’impulso di fare qualcosa ma sei in dubbio, probabilmente non è la cosa giusta. In questi casi, è sempre meglio chiedere all’oggetto.
Quando ti sarai occupata della manutenzione dei tuoi preziosi arcani, sarà il momento di lasciare il luogo nel quale sono custoditi.
Trova un modo per congedarti da loro e prometti di ritornare. Nel frattempo chiedi loro di prendersi cura di te.
Se la vista dei tuoi arcani ha suscitato in te forti emozioni, è buon segno; gli effetti benefici del viaggio si faranno sentire con più chiarezza.
Dopo esserti congedata, ritorna nel quotidiano passando per la stessa porta (o tunnel o ponte) in direzione inversa.
Ti accorgerai che sei nella dimensione immaginale e non in quella della fantasia quando la tua attenzione sarà acuita e ciò che vedrai o avverrà spontaneamente avrà una qualità vivida.
Le immagini non saranno confuse e fluttuanti ma chiare e potrai stabilizzarle, cioè mantenerle uguali. Naturalmente la natura di queste immagini è fluida e cangiante, perché siamo in una dimensione psicoplastica, in cui tutto si trasforma con relativa facilità. Ma se le immagini sono opache e caotiche, può darsi che ci siano delle interferenze causate dalla tua ansietà o stanchezza. Riguardo alla stanchezza va detto che a volte favorisce le visioni mentre altre volte le rende noiose e inconcludenti.
Se non ti riesce di ottenere delle immagini coerenti, interrompi il viaggio e prendi la via del ritorno. Riproverai un altro giorno.
Con le visioni interiori è come con il focusing o con lo shaking: succedono se non interferiamo e se portiamo sul processo un’attenzione fiduciosa.
Puoi ripetere questo viaggio quando ne senti il bisogno, quando hai l’impressione che una delle tue funzioni abbia bisogno di cure particolari o semplicemente per il piacere di visitare i tuoi arcani.
Non ci sono controindicazioni per questo genere di viaggi visionari, la cui struttura è semplice e non dovrebbero esserci ostacoli. Se appaiono immagini impreviste, misteriose o inquietanti, puoi interrompere il viaggio in ogni momento passando semplicemente per il tuo passaggio, che si trova sempre nelle vicinanze, dietro di te, ovunque tu sia nello sconfinato mondo immaginario.
Vale anche qui quello che ho detto riguardo al tremore spontaneo: se non si soffre di disturbi molto gravi, aprirsi alla dimensione immaginale non è destabilizzante.
Ripetere più volte uno stesso viaggio visionario significa lentamente creare un sentiero, infatti questo genere di viaggi è un path work, che lentamente costruisce una cartografia interiore di spazi che visitiamo per compiere operazioni energetiche con la nostra immaginazione.
L’orientarsi in questo ambito, discernere quali visioni siano significative e quali, nonostante le apparenze, non lo siano, è abbastanza difficile. Il campo è vasto e ci sono vari livelli.
Questo viaggio visionario è, se vogliamo, di primo livello, quindi semplice, con una struttura lineare, uno scopo ben preciso e i suoi risultati possono essere percepiti nel quotidiano.
Dopo che avrai ripetuto il viaggio più volte, lo scenario forse evolverà, potrai fare nuove esperienze con i tuoi preziosi arcani e forse imparare ad usarli in modo diverso.